Chi è Anna Oliverio Ferraris?
Per chi ancora non la conoscesse la professoressa Anna Oliverio Ferraris, psicologo e psicoterapeuta, ha ricoperto a lungo la cattedra di Psicologia dello Sviluppo alla Sapienza Università di Roma. Risale alla fine degli anni ’80 il nostro primo incontro, durante il nostro percorso di Laurea. La professoressa è autrice di numerosi saggi, in cui affronta i temi dello sviluppo, dell’educazione, della famiglia, della scuola, della comunicazione e del rapporto con i media. La professoressa scrive per numerose riviste scientifiche.
A chi si rivolge il libro?
Questo libro, per come scritto e per la qualità dei contenuti, avrebbe dovuto chiamarsi “Manuale per la formazione dei genitori”. Spesso in terapia ci troviamo in qualità di clinici a contenere le difficoltà dell’essere genitori, difficoltà che come genitori si affrontano durante tutto l’arco di vita dei figli. Spesso mi capita di dire: “Non si disperi, crede di aver sbagliato, può succedere, del resto nessuno ci guida e informa sul come Essere Genitori. Questo libro quindi andrebbe letto da tutti. Sembra diretto al terzo genitore o ai componenti delle famiglie allargate, in realtà sviluppa, sintetizza, racconta della complessità della vita in famiglia. Il saggio quindi è indirizzato ai tecnici, colleghi psicologi e psicoterapeuti in primis, magistrati, avvocati, divorzisti, assistenti sociali, insegnanti, ma e soprattutto ai membri delle famiglie per comprendere a fondo le dinamiche del contenitore, che pur con diverse forme, svolge il ruolo più importante per il percorso e la proiezione nel futuro dei nostri figli e della società.
Alcuni contenuti.
Nei capitoli del saggio, scritti con stile semplice, nella narrazione di complessità, vi farà volare in un viaggio tra coscienza e fantasia, tra empatia e simpatia, mettendo anche alla prova alcune certezze rispetto alle modalità di educazione. Troverete le differenze che esistono tra le vecchie e le nuove famiglie, rifletterete sulle trasformazioni che ha subito la famiglia occidentale, e italiana, negli ultimi decenni e su quelli che sono i bisogni di bambini e ragazzi. Per i cultori delle storie, per chi vuole avere casi clinici reali per capire, troverete tante storie con le quali poter confrontare le vostre esperienze. La parte delle testimonianze vi farà comprendere a fondo la difficoltà dei percorsi del tema centrale del libro.
Cosa mi ha colpito e mi ha fatto riflettere.
Amo nei libri le citazioni cinematografiche. Vi consiglio di rivedervi classici come Kramer contro Kramer e la Guerra dei Roses quando leggerete della storia della famiglia. Ho già utilizzato in clinica la definizione di relazione simmetrica: la divisione dei compiti non è imposta dall’esterno, ma nasce dalla coppia stessa. Trovo efficace per alcuni genitori la tabella degli stili educativi, così come mi è sembrato fantastico per i genitori l’elenco commentato dei bisogni psicologici dei bambini: irrinunciabili. Trovo utile per gli psicoterapeuti una lettura attenta di quello che potrebbe essere scontato e che come clinici viviamo troppo concentrati sul caso: l’adolescenza e la difficoltà del comunicare. Per quanto sembrerà scontato il capitolo che più ha trovato la mia condivisione emotiva è stato quello sul “Quando un genitore scompare”. Questo capitolo sembra essere il completamento teorico al mio racconto “Immagini Indelebili”: non potrete perdere se lavorate con casi di lutto nei bambini la lettura della scheda 4, un elenco di punti su cui riflettere quando i bambini affrontano il lutto per la perdita di un genitore.
Conclusione.
Concludo citando una delle vignette contenute all’inizio dei capitoli. Una figlia in primo piano, la mamma e il nuovo compagno sullo sfondo. La ragazza dice: “Dimenticati pure di me. Sono soltanto la tua vera figlia…”. Dicevo ieri in seduta a G. figlia che parlandomi del week end accusava la mamma di aver preferito il compagno, una gita sola con lui, a una gita insieme a lei: Credo che un figlio per un genitore sia e resti comunque. aldilà di queste scelte quotidiane, che possono ripetersi nel tempo, la parte più importante, quella che da significato a un genitore. Leggendo il libro mi sono chiesto cosa ne penserebbe Anna Oliverio Ferraris. Mi piacerebbe poter avere la professoressa ancora una volta a Correggio, per poter discutere di quanto questo libro suggerisce, con l’idea di una giornata, curiosa, costruttiva e culturalmente appagante come quella vissuta in maggio. Invito lanciato.