Leggendo qua e là, qualche rivista di settore, mi ha colpito la classificazione in tre diversi tipi di persone per atteggiamenti verso il denaro.
1. Il francescano. Rinuncia a tutto, vive degli alimenti della campagna, magari ne vende un po’ per comprare nuove sementi per la prossima stagione. E’ quasi sempre ecologista. Il francescano rinuncia a quanto proviene dalla famiglia per i rapporti sfilacciati con il padre, che tende a demitizzare. Non vuole riconoscere i valori della nostra società e la rifiuta. E’ una figura con un certo fascino sul piano individuale. La sua vita sociale è discutibile.
2. Gekko (del film di Wall Street). Grande spinta a fare denaro, da non avere tempo per migliorare la sua vita. E’ fondamentalmente insicuro, ha visto le sostanze familiari ridursi e reagisce con l’accumulo. Come Rossella O’Hara urla al mondo “Dovessi mentire, truffare, rubare, uccidere, lo giuro davanti a Dio: non soffrirò mai più la fame.” Il denaro diviene compensazione di profonde ferite, di fatica e scorciatoie percorse per emergere da un passato di sofferenze. La nostra cultura considera questo comportamento molto funzionale.
3. Il moderato. Il denaro è il mezzo per raggiungere obiettivi: un alloggio confortevole, frigo, elettrodomestici, auto. La vita è equilibrata, non stupisce, non arriva ai media, diventa raramente un esempio collettivo. Il risparmio è per lui una qualità.
Le domande per riflettere possono essere tante:
Il denaro secondo voi rende felici?
Come vi relazionate con il denaro?
Cosa considerate indispensabile per vivere sereni?
Se aveste più denaro cosa potreste permettervi?
Cosa ne pensate del denaro vinto alle macchinette, al gioco d’azzardo, alle lotterie, non guadagnato con il vostro lavoro?
Quanto temete di rimanere senza denaro?
Non dovete rispondere necessariamente alle domande, esse attivano una o più risposte in ognuno di voi e questo è un primo traguardo.
Mi piacerebbe, invece, arricchire con vostre domande sul tema denaro questo spazio di riflessione.
Io aggiungo una domanda: è un luogo comune o è una verità che chi ha molti soldi tende a essere meno felice e perchè? voglio dire, io ritengo il denaro un mezzo per raggiungere un benessere ma vedo tanti ricchi annoiati (ma davvero, come se poter toccare con mano le possibilità le rendesse meno appetibili) e tanti poveri che ridono, che sono più solari. ad esempio, in questi giorni vedo spesso Titanic perchè piace molto a mio figlio, e dipingono i ricchi della prima class tutti annoiati tra feste, poker, cene di gala, tè fra signore impettite e agghindate… l'attrice prtoagonista parla di "stupido cicaleccio" e ride e balla come una pazza quando, scendendo nei locali della terza classe, partecipa a una festa con sconosciuti con balli, canti, birra e sigarette… lì, e non tra i suoi, si sente libera.
Io credo che il denaro non possa sostituire il cervello. l'intraprendenza, la creatività, la curiosità. se avessi tanti soldi viaggerei, mi toglierei sfizi di visitare luoghi, leggere libri, vedere l'arte, magari studiare cose che non ho mai studiato, vedere le città… intendo senza l'assillo del lavoro, tante volte le cose non le puoi fare perchè devi lavorare e non hai tempo… il denaro per me è possibilità, anche per mio figlio di fare esperienze, di studio e di vita e vorrei che non avesse limite in questo.
Ti riporto i dati di uno studio pubblicato di recente sul "Proceedings of the National Academy of Sciences" che non vuole essere una risposta, ma dare informazione al dibattito: Il boom economico degli utlimi vet'anni non ha fatto bene al morale del popolo cinese. Benché il reddito pro capite della nazione più popolosa del mondo sia cresciuto in media di quattro volte tra il 1990 e il 2010 la percentuale di cinesi appartenenti alla fascia di reddito inferiore che si dichiarano soddisfatti della propria vita è passata dal 67% al 42%. E e cose non vanno particolarmente meglio tra i più ricchi, per i quali il livello di soddisfazione è sì aumentato, ma non in misura confrontabile con l'aumento del benessere economico, passando dal 68% del 1990 al 71% del 2010. Vent'anni fa inoltre, come si può vedere dalle percentuali, i livelli di soddisfazione di ricchi e poveri erano quasi equivalenti, rivelando quindi che il vertiginoso sviluppo economico della Cina è accompagnato da un aumentato divario tra le classi sociali anche dal punto di vista della percezione del benessere personale. Seconfo Richard Easterlin che ha condotto lo studio, la ragione del peggioramento è da cercare nella disgregazione della rete affettiva e sociale di vent'anni fa. Come dire la ricchezza crea malessere e cattiveria.
Credo che il denaro non dia la felicita, domanda, come mai allora è sempre questione di soldi, perche' è sempre sulla bocca di tutti? L altro lato della medaglia, nei paesi poveri si ammazzano per denaro, e non parliamo della prostituzione, nei paesi ricchi si fa a gara, per avere piu potere, per avere ogni genere di status, sono d'accordo con alice, il denaro non puo sostituire il cervello,forse in molti in tanti lo devono ancora capire??? Un caro abbraccio
Sono d'accordo con te Nati. Il bello del denaro è che non si è trovato il modo di portarlo nella prossima vita. Sembra banale, ma la soddisfazione più grande per le persone oneste è pensare che gli avidi muoiono con questo grande cruccio e tanti più sono i soldi e il male che hanno fatto per ottenerli, tanto più hanno paura della morte. Penso anche che il denaro sia un mezzo (utile per vivere meglio) e che a volte diventi una coperta (linus) utile per le persone che non hanno voglia di vedere il proprio mondo: si lamentano perchè non hanno soldi, accusano il sistema e dimenticano i propri limiti, adagiandosi in una inerzia mortale. Spesso il denaro è un falso pene, ma in un mondo parziale come il nostro funziona per dare potere… E' che che si pensi è il potere economico a fare sistema e le guerre sono figlie di questo assurdo sistema, troppo cristalizzato per modificarlo.