Carl Whitaker in Considerazioni Notturne di un Terapeuta della Famiglia, scriveva: “In realtà imparare ad amare e a diventare parte del noi senza distruggere è un progetto a lungo termine. Si comincia con l’imparare ad amare se stessi e poi ad amare qualcuno simile a noi, fino ad arrivare alla capacità di amare anche qualcuno diverso da noi”…. bisogna aprire all’ignoto, bisogna che l’ignoto entri e disturbi.

Mi piace iniziare questo spazio con queste poche righe che rappresentano, a mio parere, un tipo di modalità e di percorso relazionale, quasi ideale, a cui tendere. In realtà il tutto avviene spesso in modo a noi inconsapevole. Incontrare le coppie, porta spesso i terapeuti a mediare alla differenza. La stessa differenza, che se fosse accettata creerebbe, a detta di Gregory Bateson, apprendimento ed evoluzione del sistema.

Il mio lavoro consiste nel passare ore ad ascoltare storie. E’ di certo il mio modo per contemplare il mistero della vita. Il dolore, le rabbie, lo sconforto, le paure e le rinascite a cui mi espongo, finiscono per svegliare in me una commozione che mi fa sentire vicina al cuore della cose.

Così le vite ragionevoli hanno smesso di interessarmi e il caos di farmi paura.

Qui, forse, più che in ogni altra forma di terapia, la temperatura dei sentimenti raggiunge i massimi gradi e il disordine può dare le vertigini.

Di quello che sono in grado di fare e dire oggi, sono debitrice a molti maestri (Bassoli, Mariotti, Donini, e ad un diverso livello Cecchin, Boscolo, Sluzki) che mi hanno fatto dono della loro esperienza e del coraggio di vivere senza tutte le risposte.

Quando due persone si incontrano, due piccoli universi si avvicinano, si toccano e si consumano in una esperienza che porterà in loro un cambiamento che li renderà diversi.

Se poi sono due persone che decidono di costruire il loro futuro insieme allora si stabilisce un rapporto di coppia. La relazione che ne deriva è uno scambio in cui si da e si riceve e alla fine non si è più quelli di prima.

La coppia, ora più di un tempo, appare essere in crisi, più fragile e il suo sviluppo sembra minacciato sia per la recisione di quei saldi legami con le famiglie di origine che nel passato avevano rappresentato una base sicura alla quale fare riferimento in situazioni di difficoltà; sia per la maggiore precauzione  con cui ciascun partner inizia una “vita a due”, consapevole (forse) che non ci sono certezze, né previsioni, né ricette preconfezionate su come mantenere vivo il legame nel tempo.

Alla metafora di “amore cieco” si è andata sostituendo una visione senz’altro più concreta di “amore cauto” dove bisogna tenersi una porta aperta per uscire dalla relazione nel momento stesso in cui ci si sta impegnando per costruirla.

Oggi costruire una coppia e ancor più una famiglia non è facile; bisogna fare i conti con il mito prevalente nella società occidentale, quello che fa della libertà individuale  la meta principale da raggiungere, spesso inseguita come valore assoluto e irrinunciabile, per cui è valido tutto ciò che riguarda la personale esigenza di autorealizzazione: i legami familiari in primis, vanno tenuti lontani.

La libertà è un valore essenziale per tutti, semmai bisognerebbe liberarsi del “complesso di libertà” per goderne anche del senso del limite.

La crisi di coppia è un segnale molto forte del disagio relazionale, allo stesso tempo ci permette di riflettere sui profondi mutamenti dei ruoli sessuali e familiari e sulla possibilità di trovare solide basi sulle quali costruire e mantenere un rapporto di coppia.

Sembra ormai superato il copione sociale imperniato sull’ipocrisia del mantenere il legame a tutti i costi, anche quando vengono a mancare autenticità e rispetto reciproco. Se non si sta insieme per salvare le apparenze, è più facile che si arrivi ad una separazione quando l’intesa di coppia viene a mancare.

Mantenere viva la coppia significa innanzitutto abbandonare un concetto di intimità fusionale secondo l’antico detto “sei la mia metà” per scoprire come fare incontrare “due unità” capaci di dialogare e di relazionarsi in modo armonico e duraturo. Non è semplice trovare il coraggio e la giusta modalità per separarsi dal compagno, accettando così la perdita di qualcosa; così pure trovare risorse per superare il senso di fallimento e di frustrazione per la conclusione di una esperienza di coppia. Superare una crisi di coppia in un modo o in un altro significa generare nuove possibilità per vivere bene con se stessi e per se stessi e avere la curiosità di sperimentare nuove forme di famiglia. (Andolfi M., 1999).