Diceva uno dei miei  maestri di psicoterapia: “Un’ esperienza meravigliosa avere un adolescente in psicoterapia. Vorrei che i miei pazienti avessero tutti massimo 20 anni per riuscire ad ottenere risultati che con gli adulti ti sogneresti. Gli adolescenti trasmettono purezza, giovinezza, creatività, ideali e una particolare voglia di relazione e riconoscimento…” e in realtà lavorare con un adolescente apre ad un mondo in cui ci sono infiniti alberi di possibilità.

L’ultimo seminario sul tema l’ho chiamato ADOLESCENTI UN MONDO SEMPRE NUOVO E DIFFICILMENTE COMPRENSIBILE PER I NON ADDETTI AI LAVORI.

Per i terapeuti che lavorano con i ragazzi, la difficoltà maggiore è la velocità di cambiamento delle regole e delle modalità relazionali dell’adolescente, dovuta a stimoli sempre nuovi, social network in continua evoluzione e crescita. Spesso sono gli adolescenti stessi ad aggiornare in seduta i terapeuti.

Ci sono vissuti simili a quelle della nostra adolescenza: la scuola, le relazioni con i genitori e le relazioni con gli amici, comprese la più o meno presenti e quasi sempre molto sofferte relazioni affettive. Ma cosa definisce il termine adolescenza?

L’adolescenza è una fase della vita che comincia con la pubertà, generalmente intorno ai 14 anni per i maschi e ai 12 per le femmine, caratterizzata da tutte le trasformazioni somatiche e fisiologiche che determinano lo sviluppo delle funzioni riproduttive. In particolare compaiono i caratteri sessuali secondari: il menarca nella ragazza e il cambiamento nella voce del ragazzo; il corpo nel suo insieme inizia a trasformarsi in modo brusco e talvolta poco omogeneo e armonico. L’adolescenza è un periodo di vita caratterizzata da profonde trasformazioni fisiche, psicologiche e relazionali.

•E’ un periodo di grandi oscillazioni affettive, che vanno dall’esaltazione euforica alla disperazione, di instabilità emotiva, di incoerenze, alla ricerca della propria identità personale e sociale.
•E’ un periodo di grandi slanci affettivi, ideativi, estetici.
•E’ un periodo di isolamento, chiusura in sé stessi, grosse delusioni, momenti di tristezza, rabbia e sconforto.
L’adolescenza è metaforicamente un mare, spesso in tempesta, che il ragazzo/a nella sua piccola e talvolta fragile imbarcazione, deve attraversare, cercando di mantenere la rotta, per trovare la sua isola: la sua identità e il senso della propria esistenza.
Il viaggio sarà più o meno interessante, lungo, esaltante, avventuroso, travagliato e pericoloso, a seconda delle precedenti conquiste personali, il bagaglio con il quale lo si affronta, così come della possibilità di contare sulla presenza rassicurante di valide e affidabili persone di riferimento, in special modo i genitori.
I genitori rappresentano il faro che indica il porto sicuro, in cui trovare approdo nelle difficoltà e da cui ripartire rinfrancati, per continuare il viaggio, per nuove esplorazioni e conquiste. Costituiscono il modello a cui ispirarsi e da cui differenziarsi.
Alcuni adulti significativi e il gruppo dei coetanei  sono le altre figure di riferimento.
Lavorare con gli adolescenti in terapia significa non sottovalutare le figure di riferimento, ma darne significato sistemico nella dinamica relazionale.