Buongiorno a tutti. Di seguito riportiamo il titolo dei racconti e il nome e cognome dello scrittore, dei primi tre classificati, alla II Edizione del Premio Letterrario PSISES. Contrariamente alla precedente edizione abbiamo deciso di spedire le targhe ai primi tre classificati direttamente a casa, vista la difficoltà, causa lontanaza e impegni, ad essere presenti alla giornata di premiazione.

1 Classificato: “A mio padre. Quello che non sono riuscito a dirti.” di MIGLIORATI LUIGI (prov. Brescia)

2 Classificato: “Giovedì alle 19.” di CATTANEO ANDREA (prov. Treviso)

3 Classificato:  “Con le migliori intenzioni.” di DE ASTIS ROBERTA (prov. di Viterbo)

Di seguito un breve commento della giuria agli scritti.

1 Classificato: “A mio padre. Quello che non sono riuscito a dirti.” di MIGLIORATI LUIGI (prov. Brescia)

La relazione interrotta di un amore mai vissuto fino in fondo tra un padre ansioso, protettivo, vincolante e un figlio studente universitario. La visione del figlio cambierà quando il padre, a causa di una malattia fulminante, morirà. E’ la storia della relazione verrà rinarrata. Apprezzato il processo d’introspezione dell’autore, che riesce a raccontare con linguaggio semplice e chiaro.

2 Classificato: “Giovedì alle 19.” di CATTANEO ANDREA (prov. Treviso)

E’ la storia semplice di una psicoterapia appassionata, tra aneddoti divertenti e momenti dolorosi. Il giovedì alle ore 19, l’appuntamento fisso, con il terapeuta che con gli anni diventa una parte del Sé sempre meno differente, una propria parte “amica” da incontrare. Scrive uno dei giudici: “E’ uno scritto denso di significato, che può capire, fino in fondo, solo chi ha fatto una psicoterapia”.

3 Classificato:  “Con le migliori intenzioni.” di DE ASTIS ROBERTA (prov. di Viterbo)

Il racconto di una psicoterapia di coppia, i cui attori dopo alcuni mesi di conflitto, decidono per darsi una chance e provano a ripartire. Con le migliori intenzioni tra mille difficoltà. ” Ho un amante, anzi due…” in questo passaggio il dramma iniziale, mentre l’immagine conclusiva, il rubinetto in cucina che perde ancora, coglie l’atteggiamento del riprovare: (parla la moglie) “…in questi ultimi mesi ho capito che, piuttosto che prendersela, arrabbiarsi, giudicare la persona che ti sta vicino, si può provare a sorridere, accettarne i limiti e magari provare a ripararlo insieme o al massimo si può chiamare l’idraulico”.

La giuria ha gradito molto la poesia “A Francesca” di CIVITAVECCHIA STEFANO (prov. di Reggio Emilia). “Vorrei odiarti, ma a volte l’odio subentra là dove l’amore non può arrivare” un passaggio centrale della poesia che trasmette il brivido dell’impossibilità di amare.

Si segnalano inoltre due scritti molto apprezzati, che sarebbero stati meritevoli di premio:

“I giorni del mal di testa” di LUSVARDI SILVIA (prov. di Trento). Ha scritto uno dei giudici “Ha un linguaggio che sembra poesia. Le emozioni ben descritte squarciano il corpo”.

“L’innocenza di essere…grandi” di FABIO DE VITO (prov. di Bari). “Trasmette vivacità, emozioni profonde, descrive bene le situazioni e il linguaggio è moderno e scorrevole”.

Mi piace pensare che oggi avete vinto un po’ tutti: aver partecipato, aver scritto, aver vissuto è la vostra vittoria.

Si ringraziano tutte le persone che hanno partecipato: riceverete nei prossimi giorni un attestato di partecipazione.