Exodus International è un’organizzazione americana, un movimento religioso che alcuni ani fa aveva preso l’arbitrio di “liberare dall’omosessualità attraverso il potere di Dio”. Nulla di scientifico, ma solo l’obiettivo di “CURARE” dall’omosessualità attraverso la lettura delle “Sacre Scritture” associata a pseudo-sedute di “psicoterapia”. Non voglio dilungarmi sulle numerose polemiche che tale approccio ha ricevuto dal mondo scientifico e naturalmente psicologico e non in ultimo la presa di distanza nel 2007 da parte di tre ex-leader del suddetto movimento. Altresì ritengo importante sostenere che la psicologia, la psicoterapia e la medicina da tempo ormai hanno capito che l’omosessualità non è una malattia ma una delle tappe maturative possibile all’uomo e alla donna. La scienza non è in grado di stabilire (e per fortuna!)se tale certezza sia innata o acquisita. Prima di definirsi omosessuale o eterosessuale c’è la persona. L’individuo nell’arco della sua vita può attraversare varie fasi psicosessuali, passando da una omosessualità ad una eterosessualità senza la necessità rigida e nevrotica di “definirsi” in uno stereotipo. Vi assicuro che i valori che danno senso all’esistenza sono i medesimi per entrambi, ed entrambi devono avere la possibilità di formarsi e vivere soddisfacenti relazioni interpersonali. Andiamo oltre: Non è una malattia, mi capita di abbracciare le mie pazienti lesbiche e non aver paura di alcun contagio anzi forse capire come ci si sente a non poter condividere questa esistenza con nessuno o con pochissimi, specie quando ci si è sentiti dire che “meglio un cancro che un figlio gay”!! Peccato che non esista una “San Francisco” in ogni nazione del mondo … città accogliente per gli homeless, per i gay e per tutti coloro che hanno necessità di vivere una dimensione altamente evolutiva e non involutiva. Vi è un passaggio commuovente nel film “Precious”, un film del 2009 diretto da Lee Daniels in cui nella Harlem povera e disagiata degli anni ottanta, vive l’adolescente Precious, obesa e semianalfabeta. Violentata dal padre, ha dato alla luce una bambina con la sindrome di Down, come se non bastasse deve sopportare le quotidiane umiliazioni da parte della madre. Quando la scuola scopre che Precious è nuovamente incinta, sempre a causa delle violenze del padre, la caccia. Grazie all’interessamento della direttrice, la ragazza viene mandata in un istituto per ragazzi con problemi sociali. Lì inizia pian piano a recuperare la fiducia in se stessa, imparando a leggere e scrivere, con l’aiuto di un’insegnante (omosessuale) e di un’assistente sociale, Precious inizia un percorso verso una vita più umana e felice. In un toccante monologo Precious dice che non capisce perché la gente ce l’ha tanto con i gay … non sono loro che l’hanno violentata, messa incinta e maltrattata!!